lunedì 25 giugno 2012

Europei 2012 - L'Italia in semifinale ai rigori, azzurri pronti per la Germania

L’Italia non è la più forte dell’Europeo ma contro l’Inghiterra è stata la più brava e raramente ci sarebbe stata un’ingiustizia come quella di vederla perdere ai rigori una partita dominata nella qualità del gioco e nella personalità. Il sinistro di Diamanti dal dischetto è stata la firma di una vittoria che gli azzurri avrebbero strameritato di cogliere prima sugli inglesi, autori di una prestazione che quando la facevamo noi si sentiva l’indignazione sollevarsi da Westminster alle scogliere di Dover. L’Italia ha giocato senza rispamiarsi, è stata pericolosa dominando persino i supplementari in cui ha trovato il palo con Diamanti e il gol, annullato per fuorigioco a Nocerino. Ha fatto tutto con una pecca enorme, non saper segnare, e per fortuna i rigori sono stati galantuomini, con l’errore di Young e la parata di Buffon su Cole, dopo che Montolivo aveva gettato tutti nella disperazione. Si va ai supplementari, con orgoglio.
Almeno nel primo tempo ci si è divisi il rammarico di aver sprecato le occasioni per andare in vantaggio perchè di palle gol ne ha avute l’Italia, cominciando dal palo colpito da De Rossi dopo 3’, ma pure gli inglesi con Johnson e Welbeck, più il colpo di testa in tuffo di Rooney che non è stato un errore, semmai un capolavoro incompiuto. Se Spagna-Francia si presentava come la partita di bollicine e si è sgasata con tre o quattro giocate, questa di Kiev non aveva il bollino dell’effervescenza eppure ha creato in un tempo più emozioni della sfida tra chi si sentiva depositario del calcio spettacolo. L’Italia ha avuto ben più consistenza dell’Inghilterra, una strana bestia, difficile da valutare: sarà la nostalgia per la giovinezza però restavamo ben più incantati dalla Nazionale di Keegan e di quanti giocavano all’inglese, mettendo sotto pressione chiunque, magari ricavandone poco. Per una decina di minuti anche l’Inghilterra di Roy Hodgson è stata offensiva, sensa incertezza, svegliata dalla botta di De Rossi da 35 metri, che il palo sta ancora vibrando. Johnson metteva in croce il lato sinistro della difesa italiana e nascevano i pericoli: la parata di Buffon sul tiro ravvicinato (e per fortuna centrale) del terzino del Liverpool era un colpo di prestigio. Gi inglesi entravano con facilità nel mezzo, l’Italia smarriva il filo come le capita a sprazzi. Lo recuperava dopo lo stranguglione procurato da Rooney in anticipo su Abate. Finalmente si vedeva ragionare, con più aggressività a centrocampo. De Rossi surclassava il mito Gerrard, Montolivo contribuiva a innescare gli attacchi con un’insolita efficacia. La difesa reggeva bene, con Bonucci e Barzagli da applausi anche perchè Hodgson tardava a mettere accanto a Rooney la fisicità di Carroll. Pirlo inventava anche se non è quello da fantascienza della stagione juventina. Se ci fosse stato anche Cassano l’Italia avrebbe giocato in undici e moltiplicato l’inventiva: il barese si dannava (di lui si può dire tutto tranne che faccia flanella) ma corre come se lo trattenesse un elastico e si capiva con 10’ di anticipo cosa intendeva fare. E se lo capivamo noi, figurarsi i suoi avversari. L’unica palla pericolosa era un assist al 41’ su cui Lescott anticipava Balotelli. Già Balotelli. A momenti lo prenderesti a schiaffi, e De Rossi l’avrebbe pure fatto. In altri ne consideri la bravura e la capacità di impegnare da solo una difesa. Il guaio è che non è un goleador. Gli manca l’istinto di chi arriva sotto porta e la butta dentro senza pensarci. Il disastro anzi è quando ha il tempo per riflettere. Al 25’ l’ex interista agganciava stupendamente il lancio di Pirlo e partiva verso la porta, però si faceva recuperare da Terry per aver rallentato l’attimo del tiro. Comunque Terry e Lescott faticavano a mettergli la museruola e all’inizio della ripresa Balotelli era con De Rossi e Montolivo il coautore di un grande pericolo: Hart sventava due tiri in sequenza e si salvava sulla conclusione alta dell’ex fiorentino cui sarebbe bastato centrare la porta. In precedenza De Rossi aveva sciupato da due passi l’assist di testa di Marchisio. Non c’erano dubbi su chi faceva la partita e chi la subiva. Peccato che lo scopo del calcio sia buttare la palla dentro la porta ed è un esercizio che all’Italia riesce malissimo.
lastampa.it

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