Nella foto Laura Palladino durante Tempi Supplementari su Teleregione Molise |
E' prevista per le ore 12.00 di domattina, sabato 22 settembre 2012, l'intitolazione ufficiale del Campo di Atletica di Fontanavecchia a Nicola Palladino. Su Nicola si potrebbero dire tante cose ma preferiamo pubblicare questo splendido testo che Laura Palladino ha voluto dedicare a suo zio.
IL NAHUAL E NICOLA Ognuno ha il suo angelo custode. Gli indigeni del Messico meridionale credono, secondo la mitologia mesoamericana, che ogni persona abbia il suo “Nahual”, uno spirito, che si manifesta sotto le fattezze di un animale, che lo segue e lo protegge nel corso della vita. Lo scrittore Carlos Castellaneda sostiene che il “Nahual” sia la persona stessa, un trascinatore, un leader capace di proiettare e guidare i giovani in un futuro di pace e libertà. Succede, altresì, che certi luoghi si permeino del Nahual che li ha frequentati e riescano a suscitare emozioni e suggestioni come se questi fosse costantemente presente.
E’ proprio quello che succede, ora più che mai, entrando nel campo di atletica leggera di Campobasso. Campo che da ora in poi avrà il suo Nahual che, si spera, possa cambiare le sorti di questo impianto che, nato negli anni settanta, su un terreno franoso e malsano, ha legato la sua sopravvivenza a continui interventi di precari restauri, ultimo quello del 2008 che avrebbe dovuto sancirne la sistemazione definitiva, ma che, ironia della sorte, è stato il più disastroso di tutti. Dopo oltre due anni di chiusura per lavori ed un milione e cinquecentomila euro di spesa è stato dichiarato non omologabile ed ancora oggi siamo in attesa di conoscere il nome del responsabile o dei responsabili e chi debba risarcire il danno. E intanto sono stati stanziati ulteriori quarantamila euro per il rifacimento del manto erboso e si sta cercando di racimolarne ancora quindicimila per la parziale risistemazione del malfatto. Quest’ultimo intervento dovrebbe garantire l’omologabilità della struttura e permetterne, finalmente, la rivitalizzazione effettiva. Zio Nicola amava attribuire ad ognuno dei propri atleti un Nahual e creare leggende che avrebbero permeato la storia della nostra atletica. E così ha raccontato del colibrì, della rondine, della pantera, del fenicottero, …dell’elefante. A quest’ultimo ha addirittura assegnato una costellazione in cui brillano le stelle dei tanti atleti che hanno calcato questa nostra disastrata pista e fatto conoscere ed apprezzare alla nazione ed al mondo intero il talento che, come canta De Andrè, può nascere anche dal letame. E ricordo che un giorno, mentre stavamo consumando un frugale pasto di mezzogiorno, fu chiesto a zio, che già da tempo non stava tanto bene, quale animale impersonasse il fratello. Senza esitazione rispose: “l’ippopotamo”. Mi gelò. Mi aspettavo trattasse meglio chi aveva condiviso con lui l’intera vita, ma subito aggiunse: “è un animale coraggioso, non arretra mai”. Mi specchiai in quella lacrima che si affacciò dagli occhi di mio padre... Ancora una volta era riuscito a trasmettere un messaggio: cogliere, di ogni cosa, di ogni essere, l’aspetto migliore, sempre. Oggi che zio Nicola non è più tra noi, lo sentiamo ancora di più parte di noi. Il suo Nahual, un gabbiano di montagna, emblema di un contatto intimo con la natura, espressione di percezioni eccitanti di libertà e di spazio, campione straordinario di capacità di utilizzo delle proprie risorse, in grado di godere l’ebbrezza dell’esistenza, senza trascurarne la concretezza, vola e volerà sulla roccia del suo Molise, posta nel campo di atletica leggera che porterà il suo nome, per trasmettere, a quanti frequenteranno l’impianto, l’entusiasmo per disegnare traiettorie sempre più ampie ed il suo ultimo messaggio: “mai nel cuore degli uomini vi siano sentieri di resa”.
Laura Palladino
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