Nella foto la formazione della Mens Sana Campobasso |
Un momento della presentazione ufficiale della Mens Sana |
Tono pacato in attesa di una svolta (arriverà?). Raffaela Franzese non ci gira intorno dopo aver fatto non solo sacrifici economici per il bene del basket a Campobasso ma dimostrato tanta dedizione negli ultimi 4 anni che hanno rappresentato il momento più alto per il basket cittadino. Tutto di un fiato i successi ottenuti dalla Mens Sana Campobasso: per i primi 2 anni consecutivi play off in serie C1 ed al terzo anno promozione in serie B. Al primo anno di serie B 5^ posizione ed accesso ai play off promozione per la serie A ed accesso alle Final Eight di Coppa Italia, risultato storico per una società molisana. Tanti e tanti titoli regionali e finali nazionali raggiunte con le squadre giovanili. Tutto questo frutto di una programmazione seria e di una sfrenata passione e competenza da parte di tutti i dirigenti. La Mens Sana rischia di non finire il campionato cominciato da poche settimane. Novembre incombe e con esso scadenze importanti per il club. La Federazione Italiana Pallacanestro ha stabilito di fissare al 3 novembre il pagamento della maxi-rata cosiddetta “premi NAS” che scaturisce dal tesseramento degli atleti.
Una somma che per molte società appena l’anno scorso ha rappresentato un ostacolo insormontabile e che ha provocato il fallimento di ben 16 società solo nel campionato di serie B. Un intero girone tant’è che da quattro gironi, quest’anno la serie B è costituita da 3 gironi. E il punto sembra essere quello di non ritorno, ma come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire. "La verità è che se le cose stanno in questi termini nel giro di un paio di settimane saremo costretti a non poter proseguire il campionato - afferma con un filo di voce il presidente Franzese – per il quale , all'inizio di questa stagione e per la precisione all'atto dell'iscrizione, ci erano state fatte delle promesse da parte delle istituzioni, aziende e sponsor vari. Ma le promesse sono rimaste tali. Oggi non ci sono le condizioni per proseguire questa avventura, a meno che qualcosa non si muova nel giro di pochissimo tempo. Oltre a questo momento delicato che la società sta affrontando, mi sono trovata a gestire la chiusura del palazzetto senza nessun avviso e senza nessun motivo. E la cosa ci ha provocato un danno pesante perché al di là della impossibilità di utilizzare l’impianto Vazzieri, già di per sé non consono alla categoria, ci ha fatto rendere conto anche della poca attenzione che l’attività sociale che svolgiamo suscita nelle istituzioni e dell’amministrazione comunale. La mia società - continua il numero uno biancoverde - ha sempre adempito a tutti gli obblighi economici ma in questo momento non è più in grado di farlo. Sono rimasta abbastanza delusa da Campobasso perché me l'aspettavo più vicina alle vicende dello sport ma evidentemente mi sono sbagliata. Nella scorsa estate non abbiamo fermato l'attività perché ci era stato garantito un sostegno importante che è poi venuto meno". A questo punto che cosa si aspetta? "Mi aspetto che ci sia almeno uno spiraglio perché sarebbe davvero un peccato dover rinunciare ad una realtà che da quattro anni a questa parte ha regalato tante gioie agli amanti del basket campobassano e molisano. Spero che le porte si possano aprire in modo da portare a termine la stagione". Il suo, quindi, è un ultimatum? "Nella maniera più assoluta. Prima delle elezioni, ribadisco, ci erano state fatte delle promesse che se non verranno mantenute almeno in parte, ci costringeranno ad adottare una soluzione drastica e quindi a chiudere i battenti". Alla luce di quanto sta accadendo sarebbe stato più giusto fare una fusione non crede? "Per quanto riguarda la fusione, ho sempre sostenuto che sarebbe stata la cosa più giusta. Abbiamo lavorato per questo già agli inizi di gennaio di quest’anno quando c’era la possibilità concreta di essere inseriti nel campionato di serie A in qualità di capoluogo di Regione. Ma poi la mancata iscrizione da parte dell’altra società non ci ha consentito più di parlare di fusione ma stiamo comunque in attesa di un riscontro alle condivise azioni di potenziamento della struttura societaria già valutate a suo tempo. D’altronde lo avevamo già previsto che senza un’unione concreta i risultati sarebbero stati quelli di un’altra delusione". Tornando all'utilizzo degli impianti sportivi, avevate chiesto all'amministrazione comunale di prendere in gestione il PalaSelvapiana. A che punto è la cosa? "E' vero, avevamo chiesto inizialmente la gestione e poi l’utilizzo di quella struttura ed eravamo disposti ad accollarci anche delle spese ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Intanto il campionato è iniziato e la programmazione che avevamo in mente di realizzare è stata non poco condizionata . Per comprendere meglio il progetto ambizioso della Mens Sana avevamo anche scomodato Alberto Bucci quale direttore generale e con il quale avevamo in mente di realizzare una serie di iniziative che ci avrebbero potuto portare ad una categoria superiore” Se dovesse finire tutto il titolo sportivo dove andrebbe? "Dispiace dirlo ma il titolo andrebbe perso perché nel caso in cui non riuscissimo a far fronte al pagamento della rata a sei cifre, sarà la Federazione ad impedirci il prosieguo con l’esclusione dal campionato ". E' proprio sicura che non troverà nuovi sostenitori che possano affiancarla in questa avventura? "Al momento sembra di no. L'unica azienda che devo ringraziare è la Italcom della famiglia Marroni che ci è sempre stata molto vicina in questi anni e qualche altro piccolo sponsor. Per il resto sembra che tutto sia fermo. Capisco che il momento economico generale non è dei più felici, ma è pur vero che per Campobasso e per il Molise la presenza di una formazione di basket nel campionato di serie B potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello intorno al quale sviluppare una serie di progetti che potrebbero dare una spinta in più a questa meravigliosa Regione della quale sono innamorata. E comunque qualora dovessero farsi avanti altri imprenditori sono disposta a regalare loro sia il titolo che l’intera società.
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